Era un comunissimo mercoledì pomeriggio perdipiù piovoso quando ci incamminammo per andare a casa della nonna di Beby a giocare. Apenna incamminate ci si presanta davanti uno spettacolo abbastanza comune per chi ha come animale da compagnia un gatto. Cotoletta, la gatta del nostro vicino, teneva in bocca un piccolo pettirosso sanguinolento che si dibatteva senza nessun risultato. Ci siamo avvicinate con l'intento di capire cosa stesse succedendo quando Cotoletta lancia in aria l'uccellino e lo fa cadere malamente sull'asfalto bagnato. Ci misimo poco a realizzare e subito dopo corsimo a portare soccorso al pettirosso. Tremava dal freddo e continuava a sanguinare da una ala, Beby prese da una sua tasca un pacchetto di fazzoletti e prese delicatamente in mano il suo corpicino. Fu Angy a rompere il silenzio:- E ora che facciamo?-. La casa della nonna di Beby era molto distante ci avremmo messo almeno mezzora. Beby disse:- Non c'è altra soluzione: lo porteremo con noi.-. Presimo a correre sotto lo scrosciare della pioggia e ben presto ci venne il fiatone, il piccolo sanguinava e si muoveva sempre di meno: dovevamo fare in fretta! Circa a metà strada ci fermammo sotto una vecchia chiesa e cambiammo il fazzoletto, ormai zuppo di sangue e acqua, con uno nuovo. Dopodiche ripresimo a correre. Finalmente arrivammo alla bottega della nonna di Beby entrammo subito e sistemammo il nostro amico pennuto sul tavolo, certe che ferito così non sarebbe scappato da nessuna parte, ma decisamente non era così... C'eravamo voltate un attimo e già lui comincia a cinguettare e si butta giù dal tavolo, non potendo volare, e striscia sotto la lavastoviglie. Noi ci guardiamo sgomentate: e ora come facciamo!? Proprio in quel momento entrò Fede la cugina di Beby che ci guardò senza capire e disse:- Che succede qui?-. Dietro di lei si intravedeva Reby con uno sguardo altrettanto sconcertato. Beby spiegò velocemente la situazione e subito usammo una torcia trovata nel cassetto della cucina per cercare di capiro dove fosse il pettirosso. Dopo vari tentativi finalmente lo trovammo tutto rannicchiato contro la parete in fondo. Purtroppo nessuna riusciva a raggiungerlo con le mani quindi decisimo di chiedere alla nonna di Beby se poteva spostare la lavastoviglie. Lei un po' stupita disse che era agganciata dietro e che non si poteva rimuovere se non staccandola del tutto. Un po' amareggiate tornammo di sopra ma il papà di Beby aveva sentito tutto e ci disse di provare con una scopa. Noi filammo su e con il manico della scopa scacciammo fuori Pit (così lo battezzamo), ma fallimmo perchè fu rapido e fulmineo e tornò dritto dritto sotto la lavastoviglie. Decisimo di riprovare e stavolta, con una scatola di scarpe, l'avremmo preso. Anche stavolta uscì spavaldo ma Beby richiuse la scatola di scrape rapidamente e così fu nostro. Con una forbice Fede fece dei buchi sul coperchio così che Pit potesse respirare. E, sempre con la torcia messa in un buco al centro, illuminammo la scatola scaldandola. Pit era immobile perdeva più sangue di prima. Lentamente e cautamente presimo Pit in mano e rivestimmo la scatola di fazzoletti morbidi. Prima di deposiarlo all' interno tamponammo la ferita all'ala con un fazzoletto ripiegato su se stesso. Con un po' di pazienza la ferita smise di sanguinare e lo riponemmo nella scatola. Giocammo per un po' poi misimo nella scatola delle briciole di brioche che Pit divoro' in poco tempo. Decisimo che se Pit non si fosse ripreso entro l'ora di cena avremmo chiamato un veterinario locale per chiedere consiglio. Per fortuna verso le 18:00 portammo fuori Pit e ,appena aperta la scatola, volò fuori e proseguì sopra i tetti delle case verso l'infinito.
Il team & Fede
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